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Immobili residenziali, ecco i nuovi dati OMI

L’Osservatorio del mercato immobiliare ha recentemente pubblicato i nuovi dati relativi allo stock immobiliare a destinazione residenziale presente al 31 dicembre 2016 sul nostro territorio, rilevando come le unità immobiliari che sono censite nelle categorie catastali del gruppo A (dalla categoria A/1 alla A/11, con la sola eccezione della A/10), sono ad uso abitativo, e ammontano a 34,9 milioni di unità, circa 80 mila unità in più rispetto a quelle che sono state rilevate nell’aggiornamento precedente, relativo al 2015.

Più nel dettaglio, a costituire la parte preponderante delle 34,9 milioni di abitazioni, sono intuibilmente le unità presenti nelle categorie A/2 e A/3: per entrambe le categorie, peraltro, si è registrato un positivo sviluppo, con la A/2 che può oggi vantare 12,67 milioni di unità, in rialzo dello 0,7% su base annua, e con la A/3 che invece può vantare 12,64 milioni di unità, in rialzo dello 0,4% su base annua. A compiere il balzo più rilevante è comunque stata la categoria A/7, le cui proprietà abitative sono cresciute dello 0,9% rispetto all’anno precedente, a 2,36 milioni di unità, davanti alla categoria A/11, cresciuta dello 0,8% (ma a sole 23 mila unità).

Tutte le altre categorie catastali hanno invece chiuso l’anno con una prestazione numericamente negativa: le flessioni oscillano dal -0,6% della categoria A/4 (a 5,60 milioni di unità) e della categoria A/9 (a 2,5 mila unità), al – 3% della categoria A/6 (a 642 mila unità).

Ulteriormente, l’OMI segnala come, in modo intuibile, gran parte dello stock abitativo sia oggi di proprietà delle persone fisiche, con 32,2 milioni di unità su 34,9 milioni di unità complessive, con un peso che è pari a più del 92% del totale. Alle persone non fisiche risultano invece intestate 2,7 milioni di unità, e sono poco più di 10 mila le abitazioni tra i beni comuni.

Spostandoci sul fronte delle rendite, le 34,9 milioni di unità sopra individuate hanno determinato nell’ultimo anno 16,9 miliardi di euro di rendita, in buona parte attribuita alle categorie A/2 (7,92 miliardi di euro) e A/3 (5,321 miliardi di euro). Complessivamente, le rendite catastali 2016 sono cresciute dello 0,5% rispetto a quanto era stato riscontrato nel corso dell’anno precedente.

Anche in questo caso, l’OMI sottolinea come gran parte della rendita catastale sia oggi attribuita alle persone fisiche, il cui stock abitativo ha prodotto 15,6 miliardi di euro di rendita, il 92% del totale, contro 1,3 miliardi di euro di rendite da stock abitativo di persone non fisiche, e poco più di 3 milioni di euro derivante dalle rendite di proprietà abitative censite tra i beni comuni. Infine, si noti come sempre in termini di rendita catastale, la quota di abitazioni di proprietà delle persone non fisiche superi il 20% per le abitazioni signorili e sfiori il 60% per le abitazioni di maggiore pregio.

Per quanto poi concerne il valore di rendita catastale medio, l’ultimo anno utile per le statistiche OMI rileva una rendita di 484 euro. Tra le proprietà più diffuse sul territorio, le categorie A/2 e A/3 hanno una rendita catastale media rispettivamente pari a 626 euro e 420 euro.

Fabio Burlando

Sono un agente immobiliare poco incline alla mediazione e più sbilanciato ad affiancarti se mi scegli. Preferisci un alleato o uno che medi con la controparte? Dal 1986 Genova e immobili sono il mio territorio e il mio pane quotidiano. Un po' di esperienza, direi, l'ho maturata. Anche se ogni giorno scopro qualcosa di nuovo e lo metto a disposizione di chi mi sceglie come suo consulente.

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